Koinè 2014

Koinè 2014
40 artisti per un linguaggio comune dell’arte contemporanea
Si inaugura mercoledì 18 giugno 2014 alle ore 21, alla Rocca Viscontea di Lacchiarella (MI), piazza Risorgimento, la mostra Koinè 2014, 40 artisti per un linguaggio comune dell’arte contemporanea, a cura di Virgilio Patarini, organizzazione: Zamenhof Art.
In mostra quadri, sculture, fotografie e installazioni di:
Salvatore Alessi, Claudio Bandini, Walter Bernardi, Alberto Besson, Marina Berra, Andrea Boldrini, Salvo Bonfiglio, Fiorenzo Bordin, Anna Maria Bracci, Franz Canins, Vito Carta, Angelo Conte, Mario D’Amico, Daniela Da Riva, Bruno De Santi, Raffaele De Francesco, Siberiana Di Cocco, Josine Dupont, Paolo Facchinetti, Ersilietta Gabrielli, Claudia Giancane,  Paulus Helbling, Michellle Hold, Tania S. Lepori, Paolo Lo Giudice, Fiorella Manzini, Claudia Margadonna, Franco Maruotti, Natalia Molchanova, Maurizio Molteni, Silvio Natali, Giuseppe Orsenigo, Angelo Petrucci, Maria Luisa Ritorno,  Elena Schellino, Rosa Spina, Ivo Stazio, Josefina Temin, Roberto Tortellotti, Lyudmila Vasilieva, Morgan Zangrossi, Marica Zorkic.
 
Nota di presentazione
C’è un’eredità che giace da molti anni in attesa di qualcuno che se la prenda. Una straordinaria, ricchissima, problematica, contraddittoria eredità. Un’eredità che si è andata accrescendo generazione dopo generazione, nel corso di quasi tutto il Novecento, poichè ogni nuova generazione rinnegava sistematicamente il lascito della generazione precedente e, coerentemente, cercava altrove la propria fortuna, attingeva da altre fonti i propri tesori. Così decennio dopo decennio tale eredità cresceva a dismisura. Cresceva e si complicava. Una eredità in cerca di eredi: l’eredità dell’Arte del Novecento.
Ma più passa il tempo più la faccenda si complica. E certi lasciti rischiano di apparirci oggi inutile (e inutilizzabile) paccottiglia da robivecchi. Lo scolabottiglie di Duchamp si è arrugginito. L’Urlo di Munch riecheggia lontano, sempre più lontano. E il taglio di Fontana vien voglia di ricucirlo ...
Credo che oggi, dissolto il miraggio del nuovo a tutti i costi e smaltita la lunga, secolare sbornia delle Avanguardie, uno dei compiti che attende l’artista “post-moderno” sia quello di elaborare un linguaggio, una “koinè”, che attinga a vocaboli, sintassi e regole estetiche e grammaticali di diversa provenienza (meglio se di matrice novecentesca) e che sia in grado di contaminare e possibilmente far conflagrare almeno alcuni degli universi di segni che le varie Avanguardie hanno creato nel corso del secolo scorso e ci hanno lasciato come eredità... (Virgilio Patarini)
 
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